martedì 30 luglio 2013

Se fossi... al mare

Nonostante io sia appena tornata dal mare adriatico di Pescara (lo so, il mare lì non è bello ma è sempre il mare della mia adolescenza e dove tuttora mia mamma ha casa a 500 metri di distanza dal lungomare per cui...) se fossi al mare in questo momento sarei al Parque Nacional Morrocoy, in Venezuela, come già tre anni fa.

Prima di continuare, mi soffermo un attimo per dirvi che questo post nasce per partecipare al gioco proposto dalla vulcanica signora Trippando, Silvia.

Approfitto per ringraziarla, perché in questo modo mi ha dato la possibilità di ripensare a quel bellissimo e significativo viaggio in Venezuela del 2010.

Riprendendo il mio post, ecco, cosa farei?

Beh, non avrei alcuna remora a replicare il programma di allora!

La mattina, dopo una colazione criolla con l'immancabile arepa, sceglierei ogni giorno un'isola diversa dove trascorrere l'intera giornata. Mi recherei quindi al molo dove ad attendermi ci sarebbe la lancha prenotata e me ne andrei quindi a Mallorquina piuttosto che a Cayo Sombrero, Playuelita, Boca Seca e altri.
Morrocoy, lancha

Morrocoy, Mallorquina

Morrocoy, Cayo Sombrero

Morrocoy, Playuelita

Morrocoy, Boca Seca

Farei attenzione a non dimenticare mai la cava dove mettere al fresco e a portata di mano l'acqua per dissetarmi.

Morrocoy, Cava

Appena arrivata sull'isola, prenoterei subito nel ristorantino di turno il pranzo, a base di pesce arrosto e che al 99% sarebbe accompagnato da repollo e tostones, da consumare in riva.

Morrocoy, pesce arrosto, repollo, tostones

Dopodiché sceglierei una palma o un albero dove depositare la mia borsa da mare e comincerei ad esplorare l'isola a piedi per poi immergermi più volte in acqua facendo attenzione ai piccoli sassi sul fondale, anche se la prossima volta potrei optare per le scarpette adatte.

Mi farei scaldare dal sole dei Caraibi e mi piacerebbe contribuire all'economia locale acquistando qualcosa di artigianato dai venditori ambulanti, cosa che potrebbe favorire l'incontro ravvicinato con l'umanità locale come mi capitò effettivamente nel 2010.

Morrocoy

Caterina, così si chiamava proprio in onore di Santa Caterina da Siena, vendeva collane, orecchini e braccialetti fatti da lei. Una ragazza creola, giovanissima e molto combattiva, con alle spalle già un vissuto importante che ebbe piacere di raccontarci mentre creava.

Verso l'ora del tramonto riprenderei la via della Posada dove ad aspettarmi in una terrazza vista mare ci sarebbe una tavola imbandita, una parrilla ed un bicchiere di birra fredda già pronta per me; il tutto predisposto dagli amici d'infanzia ritrovati.

Tucacas

Ecco cosa farei, se fossi... al mare; in 'quel' mare.

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